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giovedì 5 agosto 2010

La Sardegna



La Sardegna (in sardo Sardigna; in latino Sardinia; in spagnolo Cerdeña; in catalano Sardenya; in portoghese Sardenha; in francese Sardaigne; in inglese Sardinia; in tedesco Sardinien; in ligure Sardegna; in corso Saldigna) è la seconda isola più estesa del Mar Mediterraneo, l'ottava in Europa e la quarantaseiesima nel mondo. Come ente amministrativo è denominata Regione Autonoma della Sardegna, ed è, quindi, una regione autonoma a statuto speciale facente parte della Repubblica Italiana. Lo statuto speciale, sancito nella Costituzione della Repubblica Italiana del 1948, garantisce una larga autonomia amministrativa e culturale alle istituzioni di una regione depositaria di una millenaria civiltà con singolari peculiarità etniche e linguistiche. Nonostante l'accentuata insularità, la posizione strategica al centro del mar Mediterraneo ha favorito sin dall'antichità l'interesse delle varie potenze coloniali, agevolando sì i rapporti commerciali e culturali ma anche un succedersi di varie dominazioni straniere.
Toponimo
Ben conosciuta nell'antichità sia dai Fenici che dai Greci, fu da questi ultimi chiamata Hyknusa o Ichnussa (Ιχνουσσα), o ancora Sandalyon per la somiglianza dell'intera conformazione costiera all'impronta di un piede, mentre i Latini la identificavano con il nome di Sardinia. In una stele in pietra risalente all'VIII / IX secolo a.C. ritrovata nell'odierna Pula, centro comunale comprendente l'antica città di Nora, appare scritto in fenicio la parola b-šrdn che significa in Sardegna, a testimonianza che tale toponimo era già presente sull'Isola all'arrivo dei mercanti fenici. La stele di Nora rappresenta il più antico documento scritto della storia occidentale e secondo gli studiosi costituisce un dato linguistico riguardante la Sardegna in Sardegna, confermando che l'origine del toponimo è da attribuire agli Shardana, una popolazione di navigatori-guerrieri identificata con le genti sardo-nuragiche.

Stemma

Il DPR del 5 luglio 1952 concede alla Regione autonoma la possibilità di fregiarsi di uno stemma e di un gonfalone. La legge regionale 15 aprile 1999, n. 10 stabilisce all'Art. 1: La Regione adotta quale sua bandiera quella tradizionale della Sardegna: campo bianco crociato di rosso con in ciascun quarto una testa di moro bendata sulla fronte rivolta in direzione opposta all'inferitura. Nell'emblema dei quattro mori i Sardi riconoscono la loro appartenenza identitaria, ed il suo uso è documentato costantemente a partire dalla costituzione del regno di Sardegna e Corsica (1324) fino alla nascita della Regione Autonoma. A secondo dei gusti delle varie epoche storiche, lo stemma è stato rappresentato con diverse varianti: la forma grafica attuale riproduce quella consolidatasi nel secolo XVIII ai fini istituzionali.

Geografia
Per estensione costituisce la seconda isola italiana e dell'intero Mediterraneo (23.821 km²) nonché la terza regione italiana, avendo una superficie complessiva di 24.090 km². La lunghezza tra i suoi punti più estremi (Punta Falcone a nord e Capo Teulada a sud) è di 270 km, mentre 145 sono i km di larghezza (da Capo dell'Argentiera a ovest, a Capo Comino ad est). Gli abitanti sono 1,68 milioni, per una densità demografica di 69 abitanti per km². Dista 187 km dalle coste della Penisola, dalla quale è separata dal Mar Tirreno, mentre il Canale di Sardegna la divide dalle coste tunisine che si trovano 184 km più a sud. A nord, per 11 km, le bocche di Bonifacio la separano dalla Corsica e il Mar di Sardegna, a ovest, dalla Penisola iberica e dalle isole Baleari. Si situa tra il 41º ed il 39º parallelo, mentre il 40º la divide praticamente quasi a metà.


Montagne
Più dell'80% del territorio è montuoso e collinare; per il 67,9% è formato da colline e da altopiani rocciosi (per 16.352 km²). Alcuni di questi altopiani sono molto caratteristici e vengono chiamati giare o gollei se granitici o basaltici, tacchi o tonneri se in arenaria o calcarei. L'altimetria media è di 334 m s.l.m. Le montagne sono il 13,6% del territorio (4.451 km²) e sono formate da rocce molto antiche e livellate dal lento e continuo processo di erosione. Culminano nella parte centrale dell'Isola con Punta La Marmora, a 1.834 m s.l.m, nel Massiccio del Gennargentu. Da nord, si distinguono i Monti di Limbara (1.362 m), i Monti di Alà (1.090 m), il Monte Rasu (1.259 m), il Monte Albo (1.127 m) e il Supramonte con il Monte Corràsi di Oliena (1.463 m). Sotto il Gennargentu ci sono i tacchi d'Ogliastra con Punta Seccu alta 1000 mt in territorio di Ulassai. A sud il Monte Linas (1.236 m) e i Monti dell'Iglesiente che digradano verso il mare con minori altitudini.

Pianure e fiumi
Le zone pianeggianti occupano il 18,5% del territorio (per 3.287 km²); la pianura più estesa è il Campidano che separa i rilievi centro settentrionali dai monti dell'Iglesiente, mentre la piana della Nurra si trova nella parte nord-occidentale tra le città di Sassari, Alghero e Porto Torres. I fiumi hanno prevalentemente carattere torrentizio. I più importanti sono il Tirso, il Flumendosa, il Coghinas, il Cedrino, il Temo, il Flumini Mannu. I maggiori sono sbarrati da imponenti dighe che formano ampi laghi artificiali utilizzati principalmente per irrigare i campi, tra questi il bacino del lago Omodeo, il più vasto d'Italia. Seguono poi il bacino del Flumendosa, del Coghinas, del Posada. L'unico lago naturale è il lago di Baratz situato a nord di Alghero.

Coste e isole
Le coste si articolano nei golfi dell'Asinara a settentrione, di Orosei a oriente, di Cagliari a meridione e di Alghero e Oristano a occidente. Per complessivi 1.897 km, sono alte, rocciose e con piccole insenature che a nord-est diventano profonde e s'incuneano nelle valli (rias). Litorali bassi e sabbiosi, talvolta paludosi si trovano nelle zone meridionali e occidentali: sono gli stagni costieri, zone umide importanti dal punto di vista ecologico. Molte isole ed isolette la circondano e tra queste la più grande è l'isola di Sant'Antioco (109 km²), seguono poi l'isola dell'Asinara (51 km²), l'isola di San Pietro (50 km²), l'isola della Maddalena (20 km²), Caprera (15 km²).
Geologia
La storia geologica della Sardegna iniziò con la cosiddetta "fase sarda" dell'orogenesi caledoniana all'inizio del Paleozoico, in cui si formò il primo nucleo dell'attuale Sulcis, per poi emergere completamente, insieme alla Corsica, durante l'orogenesi ercinica (Carbonifero). Attraverso gli spostamenti e gli scontri tra la grande placca africana, quella eurasiatica e quella nord-atlantica tra 35 e 13 milioni di anni fa, lungo la costa che attualmente va dalla Catalogna alla Liguria, si originò una profonda frattura i cui relativi lati rocciosi sono ancora visibili tra i graniti cristallini che affiorano oggi in Provenza, nel massiccio dell'Esterel, tra Cannes e Fréjus, e poi oltre il Mare di Sardegna, sulla costa sud-occidentale corsa e su quella nord e nord-occidentale sarda. Lungo questa spaccatura, circa 30 milioni di anni fa, si originò il distacco di una micro-placca che comprendeva a nord-est le attuali Sardegna e Corsica, e più a sud-ovest il complesso delle isole Baleari. Conseguentemente, la rotazione della placca sardo-corsa in senso antiorario, nel suo progredire determinò il sollevamento dal mare della catena degli Appennini e delle Alpi Apuane. Furono queste le cause che portarono la Sardegna e la Corsica a migrare dalla parte continentale. Esse raggiunsero la loro posizione attuale circa 6-7 milioni di anni fa e al fenomeno della migrazione si aggiunse più tardi la tensione di apertura del Mar Tirreno, che creò conseguentemente la conformazione orientale tra le due isole e la Penisola italiana. Benché nel passato sono stati documentati dei terremoti, la Sardegna è ritenuta una zona non sismica, e tutti i 377 comuni che la compongono sono classificati in zona sismica 4 . Sul suo territorio infatti non passano faglie che possano generare terremoti di rilievo. Gli unici risentimenti macrosismici appartengono a scosse che sono avvenute e potranno avvenire nel Tirreno centrale e meridionale.

Clima
Il clima mediterraneo è tipico di gran parte della Sardegna. Lungo le zone costiere, dove risiede la gran parte della popolazione, grazie alla presenza del mare si hanno inverni miti con temperatura quasi mai sotto lo zero. Le estati sono calde e secche, caratterizzate da una notevole ventilazione. Il basso tasso di umidità permette di sopportare le elevate temperature estive che raggiungono normalmente i 35 °C. Nelle zone interne il clima è più rigido. Sui massicci montuosi nei mesi invernali nevica frequentemente e le temperature scendono sotto lo zero. D'estate si mantiene fresco, soprattutto durante le ore notturne e raramente fa caldo per molti giorni consecutivi. Le precipitazioni risultano essere particolarmente scarse lungo le coste e nella zona meridionale, con medie inferiori ai 500 mm annui; in particolare, la località di Capo Carbonara fa registrare il valore minimo assoluto dell'intero territorio nazionale italiano, con una media di soli 266 mm annui. Nelle aree interne la piovosità media è di 500-800 mm. In prossimità dei principali rilievi montuosi si registrano i maggiori valori pluviometrici che possono anche superare i 1000 mm annui. Per sopperire al problema della siccità, dalla fine dell'Ottocento ad oggi, sono stati realizzati sull'intero territorio isolano circa 50 bacini idrografici, molti dei quali dotati di centrali idroelettriche. La Sardegna è inoltre una regione molto ventosa. I venti dominanti sono il Maestrale e lo Scirocco. Il primo mitiga le temperature estive, ma spesso a causa della sua elevata velocità (superando facilmente i 100 Km/h) arrecando danni non indifferenti all'agricoltura, favorisce la propagazione degli incendi e crea non pochi problemi alla navigazione marittima; il secondo si rivela particolarmente dannoso in tarda primavera, quando si intensifica l'evapotraspirazione che causa stress idrici alle colture non irrigue. La costante ventilazione ha favorito l'installazione di numerosi impianti eolici sui crinali di alcuni rilievi e in certe aree industriali.
Ambiente naturale
Per estensione, la Sardegna è la terza regione italiana e la seconda isola del Mediterraneo. Il suo paesaggio naturale alterna profili montuosi dalla morfologia suggestiva a macchie e foreste, stagni e lagune a torrenti tumultuosi che formano gole e cascate, lunghe spiagge sabbiose a scogliere frastagliate e falesie a strapiombo. Le formazioni calcaree costituiscono il 10% della sua superficie e sono frequenti i fenomeni carsici nei settori centro-orientale e sud-occidentale, con la formazione di grotte, voragini, doline, laghi sotterranei, sorgenti carsiche, come quelle di Su Gologone di Oliena e di Su Marmuri di Ulassai. Suggestive sono le formazioni rocciose granitiche, caratterizzate da guglie frastagliate che la continua erosione degli agenti atmosferici ha spesso modellato, creando delle singolari sculture sparse su tutta l'Isola, come l'Orso di Palau, l'Elefante di Castelsardo, il Fungo di Arzachena, sa Conca a Nuoro nel Monte Ortobene per citarne alcuni. Più di 600.000 ettari di territorio sardo sono sotto protezione ambientale.Anche se il varo di alcuni parchi procede con qualche difficoltà, sono sotto tutela alcuni dei più importanti tratti della costa e ampi territori dell'interno. Questo patrimonio naturale si integra con quello storico e culturale, rappresentato dagli antichi siti d'interesse archeologico e dai resti dei più recenti complessi dell'attività mineraria. La Regione Autonoma per conservare e valorizzare questo patrimonio unico, con la legge n. 31 del 7 giugno 1989 ha definito le aree protette sottoposte a tutela che si trovano sull'Isola. Complessivamente si contano: 3 parchi nazionali, 8 parchi regionali, 60 riserve naturali, 24 monumenti naturali, 16 aree di rilevante interesse naturalistico, 5 oasi del WWF.